Sugli accertamenti il fisco ha perso potenza. Nell’ultimo decennio la maggiore imposta accertata media degli accertamenti basati su indagini finanziarie si è quasi dimezzata.
Se nell’anno 2010 per ogni accertamento di questo tipo l’Agenzia delle entrate recuperava, mediamente, oltre 92mila euro fra imposte dirette, Iva e Irap, nel 2019 tale recupero medio è sceso a quota 56mila euro. Un crollo netto che supera il 40%
Un calo costante dei recuperi medi confermato anche dal dato intermedio relativo all’anno 2015, nel quale la maggiore imposta accertata media si attesta poco sopra i 75 mila euro.
Si tratta di una tendenza che non riguarda soltanto gli accertamenti basati sulle indagini finanziarie – da sempre i più redditizi per il fisco – ma più in generale tutte le attività di controllo fiscale.
Al di là di tale considerazione non vi è dubbio che una tale perdita di efficacia delle attività di accertamento basate sull’utilizzo delle indagini finanziarie lascia piuttosto sorpresi, soprattutto se si pensa che dal 2011 i dati che affluiscono sistematicamente nell’archivio dei rapporti finanziari è stato ulteriormente implementato dal legislatore allo scopo di rendere ancora più efficace e penetrante tale tipologia di accertamenti.
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