
Lo si vede soprattutto nella condotta della guerra in cui Putin si è impelagato, trascinando con sé il suo popolo asservito. In crescente difficoltà per la penuria di armamenti adeguati (le sanzioni occidentali mordono), il dittatore di oggi è costretto a imitare quello dell’altro ieri. Ed ecco ricomparire, come in queste sanguinose giornate a Soledar, la tattica staliniana delle ondate umane gettate all’assalto delle posizioni nemiche, senza preoccuparsi delle perdite ingenti: tanto, in Russia, quasi nessuno osa protestare. I sostenitori della causa putiniana, quando vogliono ricordare i grandi meriti della letteratura russa che a loro giudizio tutto giustifica, vanno sempre indietro nel tempo di oltre un secolo.
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