
Per il neo segretario l’introduzione in Italia di una legge sul salario minimo è la madre di tutte le battaglie. Mercoledì scorso la neo segretaria del Pd ha sfidato il capo del governo Giorgia Meloni proprio su questo terreno, nel primo faccia a faccia in Parlamento: «Signora presidente c’è un dramma di questo Paese di cui non sentiamo parlare mai. La precarietà è il lavoro povero, occorre fissare per legge un salario minimo perché sotto una certa soglia non si può chiamare lavoro ma sfruttamento», è stato il grido d’allarme di Schlein a Montecitorio. Facendo passare in secondo piano anche la circostanza che gli ultimi ministri del Lavoro (da Poletti a Orlando) siano stati tutti di area Pd.Questo nuovo Pd tira sempre la stessa area.Chi è Elly Schlein? Elena Ethel Schlein viene da una famiglia italo-americana, con una storia ricca di spunti: il nonno materno, Agostino Viviani, era un noto avvocato senese e antifascista, mentre quello paterno, Harry Schlein, era emigrato negli Stati Uniti e proveniva da una famiglia ebraica di Leopoli. Nata il 4 maggio 1985 in Svizzera, da madre italiana e padre americano, Schlein vive a Bologna, dove si è anche laureata in giurisprudenza. Ha una sorella, Susanna, diplomatica che lo scorso anno è stata vittima di un attentato ad Atene, e un fratello. Volontaria in gioventù nella campagna elettorale di Barack Obama, esperienza che raccontò anche in un blog, nel 2013 Schlein lanciò insieme ad altri ‘OccupyPd‘, esperienza nata per protestare contro i 101 che affossarono l’elezione di Romano Prodi al Quirinale dove si proposero 102 idee per cambiare il centrosinistra. L’anno dopo fu candidata con le liste del Pd alle Europee e, un po’ a sorpresa, venne eletta.Schlein si è occupata soprattutto di immigrazione. Per due anni fu la relatrice dei Socialisti europei alla riforma del regolamento di Dublino, riguardante il diritto di asilo. Insieme a Popolari e Liberali, Schlein trovò un compromesso per modificare il regolamento rendendo automatico il ricollocamento dei migranti negli altri Paesi europei, ma la proposta finale del Parlamento non venne mai approvata dal Consiglio. Si è candidata alle Politiche nel 2022, capolista, ottenendo un seggio alla Camera, pur rimanendo ancora non iscritta al Pd. Poi ha lasciato l’incarico da vicepresidente regionale