
Cantante, conduttore, volto popolarissimo di programmi come Giochi senza frontiere, e altri programmi racconta che i suoi maestri sono stati Corrado e Vianello perché faccio parte della generazione che entrava nelle case chiedendo permesso, come mi hanno insegnato i grandi con cui ho lavorato. Mi fa piacere quando mi fermano e chiedono: ‘Quando torna?'”. E lei che risponde? “Vorrei saperlo anch’io”. a 77 anni conservo l’ironia british che mi ha caratterizzato nella lunga carriera. Ospite di Valerio Lundini che gli chiedeva la migliore fra le tre vaccinazioni, ha risposto: “Sono come i figli, non puoi scegliere”. Fu convocato da Silvio Berlusconi non aveva creato Milano 2, non aveva ancora fatto grandi cose. Aveva una villa in Via Rovani, bellissima, la sua sede. Nel salone per le riunioni c’era l’eco, era grande come la metà di piazza del Duomo. Ti dava l’immagine di uno che aveva ben chiaro quello che voleva fare. Noi non eravamo preparati, lui sì. Facevamo quello che mamma Rai confezionava: la tv dei bambini, dei ragazzi”. Li capii che Berlusconi era un visionario, un imprenditore che pensava in grande. Anche dal punto di vista delle proposte economiche, sono orfano di Berlusconi. Ricordo che feci una battuta a mio fratello: ‘Ma che amici hai?’. La stessa cosa capitò quando chiamò Mike Buongiorno,aveva fatto ‘Lascia o raddoppia?’, ‘Rischiatutto’, in Rai finiva la stagione a giugno e non aveva mai avuto un contratto che prevedesse la stagione successiva. Quello che gli offrì Berlusconi fu una nuova vita. Assegni in bianco. ‘Siamo di fronte a un pazzo, che cifra mettiamo?'”.