
Il ministro Piantedosi martedì ha mentito prima alla Camera e poi al Senato. E ha infilato un lunga serie di omissioni. Con una mano ad accarezzarsi la testa, lampi di sguardi ogni tanto in cerca di un appiglio tra i banchi della maggioranza, Piantedosi ha detto in Aula che la prima segnalazione di emergenza è delle 4 di domenica, ossia a naufragio avvenuto. Invece Frontex ha inviato a Roma già sabato sera una scheda fitta di dati espliciti sul caicco avvistato alle 22,26 «senza giubbotti di salvataggio visibili», «con probabili persone sottocoperta». Nulla ha detto sul ritardo dei soccorsi a terra di almeno mezz’ora, mezz’ora fondamentale per salvare i naufraghi. Nemmeno una parola sulla volante mandata a Steccato di Cutro soltanto alle 4 e un quarto, quando i carabinieri ricevono una chiamata e riescono a capire da dove viene. E si trovano di fronte a una risacca di cadaveri. La gestione politica del dossier immigrazione. Piantedosi ormai è commissariato. Può l’Italia permettersi al Viminale un ministro dimezzato? Può l’ordine pubblico essere responsabilità politica di un uomo tenuto politicamente appeso da pezzi della maggioranza di governo che si sono giocati la faccia per lui e non è detto l’abbiano fatto in cambio di nulla,