
Lo stallo che si è creato sul Superbonus per le ristrutturazioni edilizie sta tenendo incagliati circa 15 miliardi di euro di crediti fiscali e sta bloccando 90.000 cantieri: una situazione pericolosa che mette a rischio fallimento 25.000 aziende, per la quasi totalità pmi, con la consequenziale perdita di 130.000 posti di lavoro. Questa situazione si è creata principalmente a motivo della raggiunta capienza fiscale da parte delle banche, pari a 81 miliardi di euro, mentre il totale del “giro d’affari” dei bonus per l’edilizia ha raggiunto la quota di 110 miliardi, cifra assai superiore, peraltro, rispetto ai 72 miliardi inizialmente stimati. È quanto emerge da un dossier del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale il solo superbonus vale 61 miliardi, ben 25 miliardi in più rispetto alle stime di partenza: vuol dire che l’errore di previsione corrisponde a uno scostamento del 70%. «Una possibile soluzione passa attraverso la discesa in campo delle regioni: gli enti regionali, con le loro società finanziarie, possono acquistare dalle banche i crediti fiscali che il settore bancario non può più gestire a motivo del raggiungimento dei limiti stabiliti dalle norme tributarie.