Eva Kaili dopo il Qatargate: “Senz’acqua, luce accesa e senza possibilità di lavarsi.

L’ex vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili, ha rilasciato le prime interviste dopo lo scandalo che l’ha coinvolta soprannominato Qatargate. La Kaili è stata in carcere per 4 mesi e da fine maggio si trova agli arresti domiciliari per presunta corruzione da parte del lobbista Antonio Panzeri per conto di paesi esterni all’Unione Europea, come Qatar e Marocco.Mi hanno detto che “dichiarandomi colpevole o facendo nomi importanti sarei tornata subito da mia figlia, ma dato che avrei dovuto mentire, non ho mai nemmeno pensato che potesse essere un’opzione” ha detto Kaili al Corsera. Sono accuse piuttosto pesanti, che finora non sono state commentate né dalla procura belga né da Claise.Secondo i legali della Kaili, i metodi utilizzati dalla procura belga sono stati semplicemente disumani. Per ragioni non ancora chiarissime fra l’11 e il 13 gennaio Kaili fu tenuta in isolamento senza la possibilità di comunicare con nessuno.  In quei giorni Kaili aveva le mestruazioni, e sempre secondo i suoi avvocati le fu negato di farsi una doccia.“Il 9 Febbraio ho scritto alla presidente Metsola chiedendo di verificare le pessime condizioni di carcerazione della Kaili. Isolamento, freddo, violenza verbale, difficoltà e umiliazione nella gestione del ciclo mestruale, senza neanche la possibilità di lavarsi. Per non parlare del divieto di vedere la figlia di due anni. La presidente Metsola non ha mai risposto, ora la Kaili è agli arresti domiciliari, luogo naturale in cui attendere il processo visto che non c’è pericolo di fuga, né possibilità di reiterare il reato, né di inquinare le prove.”


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