Aggressione sulla strada Inseguito e speronato,

Da qui era derivata una vera e propria caccia all’uomo, protrattasi per parecchi minuti, con un lungo inseguimento fatto di andature a zig zag, tamponamenti, speronamenti e urti, auto bloccate in mezzo alla strada e un altro veicolo colpito. Tanto che il cacciatore, dopo aver cercato l’aiuto al telefono di un conoscente, si era visto costretto a chiamare la polizia. Rispondendo alle domande del Pm Lucrezia Ciriello, la vittima dell’aggressione ha ricordato lo stato di turbamento e la grande paura di quei momenti. Parte civile con la tutela dell’avvocato Giovanni Foschini, la sua ricostruzione ha un po’ zoppicato nel rispondere alle domande dell’avvocato Massimo Martini, difensore dell’imputato marocchino. Il legale, facendo prevalere una ricostruzione tesa a evidenziare una reciprocità di atteggiamenti scorretti, non quindi a senso unico, ha evidenziato come inizialmente, alla polizia, il cacciatore avesse detto di essersi fermato volontariamente in una piazzola per cercare di chiarire, per poi omettere questo particolare nella querela, nella quale indicava di essere stato affiancato e successivamente aggredito. Alla domanda, “si è fermato volontariamente?“, ha risposto: “Parzialmente sì“. Lo stesso ha inoltre negato di avere mostrato con finalità intimidatore, durante le fasi dell’inseguimento, il fucile, cosa lamentata dall’inseguitore e confermata da una testimone la cui auto era rimasta coinvolta in uno dei tamponamenti. “Forse ho spostato il fucile, arrivatomi sul collo dopo gli urti ricevuti, mentre cercavo di risistemarlo nei sedili dietro”, ha detto l’inseguito, al quale l’arma fu poi sequestrata in quanto durante un controllo gli fu trovato munizionamento superiore a quello denunciato. Al poliziotto col quale era al telefono, lo stesso avrebbe poi detto questa frase: “Che devo fare? Io sparo…“.


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