Gruppo Generali, prove di scalata: la famiglia Del Vecchio potrà salire fino al 20%.

La Delfin, la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio, potrà salire oltre 10% di Generali e arrivare, volendo, fino al 20%. L’ha autorizzata venerdi scorso l’Ivass, l’Authority che vigila sulle assicurazioni in stretto collegamento con la Banca d’Italia,che può infiammare l’estate della grande finanza e riaprire i giochi non solo in Generali ma in Mediobanca, dove a ottobre si aspetta un’assemblea calda per il rinnovo dei vertici. Studiata la mossa della Delfin, guidata da Francesco Milleri, l’ex braccio destro ed “erede” designato dallo scomparso Leonardo Del Vecchio a gestire il suo impero (EssilorLuxottica più le partecipazioni del 9,9% in Generali 9,9% e del 19,8% in Mediobanca), è destinata a scuotere gli assetti proprietari del Leone e della banca di Piazzetta Cuccia riaprendo le più intriganti partite del capitalismo finanziario italiano. Il deal, studiato da diverso tempo, avviene pochi mesi dopo il riassetto finale a favore di figli e moglie della cassaforte di Del Vecchio, cioè la Delfin.La cassaforte lussemburghese (a cui fa capo il controllo di Luxottica con il 62%) ha varato infatti nel recente passato due importanti operazioni: da una parte l’aumento di capitale che ha portato Leonardo Del Vecchio a salire nel capitale della holding fino al 25%; dall’altra parte, diverse modifiche statutarie per “blindare” la successione. Quanto basta per sigillare, in un nuovo assetto azionario, le volontà del fondatore di Luxottica, pronto a girare alla moglie Nicoletta Zampillo – che non compariva nel libro soci della holding – il 25% di Delfin, e lasciare ai suoi 6 figli il restante 75% del capitale.


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