smorza i toni: “Nessuna guerra ai giudici. Le riforme vanno fatte

Prova a troncare le polemiche il Guardasigilli Carlo Nordio, dal palco di «Giustizia in piazza», evento organizzato dal coordinamento romano di Fdi in piazza Vittorio Emanuele, nella capitale, quando il giornalista Andrea Pancani, che modera l’incontro, gli chiede se si aspetta uno scontro sulla separazione delle carriere. Nordio fa il pompiere, ma tiene il punto. Spiega che «buona parte del nostro lavoro è dedicato al processo civile», le cui lentezze, ribadisce più volte nel corso dell’incontro, costano all’Italia «un paio di punti di Pil l’anno». Ma aggiunge che anche «le riforme penali sono nel programma», e dunque se i cittadini «hanno scelto questa maggioranza, noi siamo impegnati ad adempiere a questa obbligazione». «È in contrasto con i principi del processo accusatorio voluto da Giuliano Vassalli», spiega, e dunque va riformata, perché come pure l’unità delle carriere «è incompatibile con questo sistema». Ma allo stato la legge è quella, «dunque il giudice romano non ha fatto nulla di sbagliato, niente di strano».Quanto ai presunti dubbi del Colle e della Ue su traffico di influenze e cancellazione dell’abuso d’ufficio, Nordio chiarisce: «Per il traffico di influenze abbiamo addirittura inasprito le pene, ma rimodulando il reato secondo i principi di tassatività e tipicità, mentre prima era un reato estremamente evanescente. Lo abbiamo insomma reso più chiaro, aumentando le pene». Sull’abuso d’atti d’ufficio, taglia corto Nordio, parlano i numeri: «Su 5mila procedimenti l’anno, alla fine abbiamo 8-10 condanne, peraltro comminate per reati di altro tipo. All’Europa interessa che l’arsenale normativo e repressivo della corruzione e della mala gestio amministrativa sia efficiente e coerente.


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