Per il deposito degli atti penali da parte dei difensori: da una parte la modalità tradizionale, via Pec o in forma cartacea, dall’altra il portale online Pdp. E ciò fino a quindici giorni dopo che saranno pubblicati i regolamenti previsti dalla riforma Cartabia da parte della direzione generale dei sistemi informativi del ministero della Giustizia (Dgsia). Il portale online per il deposito degli atti telematici, dunque, da giovedì 20 luglio non sarà – come previsto inizialmente – la modalità esclusiva per la produzione degli oltre cento atti indicati dal dm del 4 luglio, ma è utilizzabile in via sperimentale secondo le specifiche tecniche pubblicate dalla Dgsia; mentre nel frattempo i difensori potranno continuare ad avvalersi dei canali tradizionali. Il tutto, almeno presumibilmente, fino alla fine dell’anno. Il guardasigilli Carlo Nordio ha firmato a ora di pranzo il decreto ministeriale che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale al più presto, in modo da evitare la completa transizione digitale fissata in origine per il 20 luglio. «Il dicastero della Giustizia mantiene l’impegno acché il ricorso ai mezzi telematici, funzionale a una maggiore efficienza del processo penale, non intacchi in alcun modo il diritto di difesa dei cittadini»-Il deposito sul portale impone che l’avvocato sia prima stato abilitato a operare sul fascicolo nel quale deposita ma non sempre i dati risultano allineati. Il deposito degli atti s’intende eseguito al momento del rilascio della ricevuta di accettazione da parte dei sistemi ministeriali, secondo le modalità stabilite dal provvedimento del direttore generale per i sistemi informativi automatizzati di Via Arenula. Il tutto nei procedimenti presso gli uffici della procura della Repubblica presso il Tribunale, della procura europea, della procura generale presso la Corte d’appello, del giudice di pace, del Tribunale e della Corte d’appello.
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