La situazione a cui si trova di fronte chi oggi vorrebbe chiedere un mutuo è quella di tassi fissi che si aggirano attorno al 4% e variabili ormai proiettati al 5% e oltre; questo per effetto dell’Eurirs (tassi fissi) che ha ripreso a salire, arrivando la scorsa settimana ai massimi dal 2011 per poi ripiegare leggermente, mentre l’Euribor continua a salire e ora il trimestrale quota attorno a 3,90%, cioè 35 centesimi meno del tasso di riferimento della Bce. Su un mutuo da 150mila euro indicativamente a tasso fisso oggi si spendono a 20 anni 917 euro e 990 a tasso variabile; a 30 anni si scende a 734 euro con il fisso e a 814 con il variabile. Ma sono cifre teoriche, calcolate sull’ipotesi di tassi cristallizzati a fine agosto.Le ipotesi per aiutare le famiglie in difficoltàLa ripresa autunnale dovrebbe portare anche gli annunciati aiuti alle famiglie in difficoltà con il pagamento dei mutui e in particolare di quelli variabili. Per ora si è mossa l’Abi, con una circolare con cui invita le associate a favorire la rinegoziazione senza oneri dei finanziamenti in essere allungando il periodo di ammortamento e favorendo la trasformazione dei variabili in fissi. Resta anche in campo l’ipotesi di surrogare, ma la difficoltà di compiere l’operazione a costi convenienti, come abbiamo visto anche dai dati Crif, sta rendendo tiepidi i mutuatari. Le due ipotesi richiamate dall’Abi vanno valutate con molta attenzione, soprattutto se non ci si trova in difficoltà gravi, perché l’allungamento dei tempi di ammortamento, che si può realizzare aumentando la durata del mutuo, continuando a pagare rate di composte di capitale e interessi, o pagando per un certo periodo solo rate composte di interessi o ancora sospendendo del tutto i pagamenti sempre per un tempo predeterminato, comportano comunque un aumento sensibile dell’esborso complessivo.
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