Ciro Grillo, l’affondo dell’avvocata Giulia Bongiorno: le molestie sessuali di Corsiglia al processo per stupro in Sardegna

L’avvocato Dario Romano con i ritagli dei quotidiani in mano non ha fatto in tempo ad alzarsi e raggiungere il banco dei giudici. È stato bloccato dalla ferma opposizione delle difese: «I processi non si fanno sui giornali», ha tuonato l’avvocato genovese Gennaro Velle. Sicché, il presidente Marco Contu ha aggiunto: «Non è materiale che può entrare in un processo». La documentazione è quella pubblicata sui media, riguardante l’indagine aperta a Genova sulla presunta violenza sessuale di Francesco Corsiglia su una ragazza genovese.Dario Romano e l’avvocato (e senatrice della Lega) Giulia Bongiorno assistono Silvia (nome di fantasia), la studentessa italo-norvegese che nell’agosto del 2019 denunciò di essere stata stuprata e violentata da Ciro Grillo e dai suoi tre amici genovesi: appunto Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. I fatti sarebbero avvenuti all’interno della villetta di Cala di Volpe, in Costa Smeralda, in uso alla famiglia del fondatore dei Cinque Stelle.Questa è tutt’altra storia rispetto a quella di Genova di cui è indagato Corsiglia. Tant’è. Comunque, Giulia Bongiorno vuole che quest’ultima entri nel processo in corso a Tempio Pausania e ne ha chiesto l’acquisizione. Così, se i ritagli dei giornali sono stati rispediti al mittente, non è detto che gli atti dell’inchiesta della Procura di Genova facciano la stessa fine. Secondo quanto trapela, Bongiorno vorrebbe che nelle valutazioni dei fatti precedenti sia anche vagliata la condotta dei singoli soggetti, appunto per accertare la loro credibilità. E la recente vicenda di Corsiglia, seppure ancora in fase di Acip (Avviso Conclusioni Indagini Preliminari), potrebbe in qualche modo influenzare il processo per stupro.Gli atti dell’imputazione di Genova, se dovessero entrare nel processo di Tempio Pausania, comunque complicherebbero non di poco la posizione giudiziaria del giovane. Corsiglia nell’estate del 2019 si trovava in Sardegna, in vacanza. Insieme a Ciro, Edoardo e Vittorio, tutti suoi coetanei. La notte del 17 luglio, nella villetta di Beppe Grillo, prima lui, da solo, avrebbe stuprato Silvia. L’indomani, gli altri tre, in gruppo. Non basta: Ciro, Edoardo e Vittorio (difesi dagli avvocati Andrea Vernazza, Alessandro Vaccaro, Enrico Grillo, Ernesto Monteverde del Foro di Genova; Mariano Mameli del Foro di Sassari) più tardi avrebbero fatto violenza sessuale pure a Roberta (anche questo nome di fantasia), studentessa milanese (difesa dia Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano del Foro di Milano) amica di Silvia, con lei in vacanza in Costa Smeralda: scattando foto oscene mentre lei dormiva sul divano.


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