L’euro digitale si avvicina: avremo tutti un conto in Banca d’Italia

L’euro digitale funzionerà attraverso la memorizzazione degli importi in un portafoglio elettronico (wallet) creato dagli utenti presso la loro banca o un intermediario pubblico.Ogni cittadino dell’area euro potrà avere un conto presso una delle venti banche centrali nazionali del sistema Eurozona attraverso fornitori privati di servizi digitali di pagamento. I residenti in Italia per esempio potranno avere un conto presso la Banca d’Italia per questa finalità.Il conto consentirà loro di gestire fino a tremila euro e utilizzare euro digitali per effettuare pagamenti elettronici tramite smartphone o carta. Rispetto alle carte tradizionali vi sono alcune differenze: l’uso sarà gratuito per il consumatore (anche se immateriale è pur sempre una moneta di banca centrale), potrà essere utilizzato anche offline e mentre i pagamenti verranno effettuati da conti di deposito presso una delle banche centrali dell’Eurosistema.È bene ribadire che non è la fine dell’Euro cartaceo. Sarà sempre consentito utilizzare la moneta fisica o le carte di pagamento private. I venditori, però, saranno tenuti a offrire l’opzione di pagamento in euro digitale se già accettano altri pagamenti digitali (requisito già obbligatorio in Italia).L’euro digitale sarà un mezzo di pagamento elettronico gratuito, sicuro e privato, simile al contante, utilizzabile in tutti i paesi dell’area euro. È considerato una naturale evoluzione della moneta unica, adattata alla crescente digitalizzazione della società. È previsto un tetto di 3.000 euro per ogni singolo conto, una misura introdotta dalla BCE per evitare una concorrenza eccessiva alle banche commerciali.La Bce sta accelerando il progetto dell’euro digitale per prepararsi al possibile ingresso in Europa di monete digitali emesse da grandi piattaforme come Meta, Amazon e persino lo yuan digitale cinese, che è già in fase avanzata di sviluppo a Pechino. Questa accelerazione è dettata dalla necessità di mantenere il controllo sulla moneta e la stabilità finanziaria nell’era digitale.


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