Carne sintetica, un business mondiale da 25 miliardi di dollari

L’Italia chiude la porta alla carne sintetica con il No del parlamento Italiano, prima al Senato e poi alla Camera. Alla carne artificiale si era opposto con tutte le sue forze il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in nome delle eccellenze alimentari del made in Italy, per tutelare allevatori e agricoltori e in nome del principio di precauzione. Al momento il cibo sintetico ha ancora dei costi di produzione più elevati rispetto a quello tradizionale. Le startup lavorano su due fronti: dal punto di vista puramente industriale puntano a trovare tecniche di coltura innovative per abbassare i costi di produzione; dal punto di vista del marketing puntano ad aumentare il bacino di utenza così da incrementare la domanda e i profitti. I tradizionalisti fanno muro, ma le aziende che producono carne sintetica si rivolgono ai curiosi e a quella fetta di consumatori vegetariani e vegani che non mangerebbero mai prodotti derivati dalla macellazione.Secondo il rapporto “Cultivated meat: out of lab, into the frying pan” (Carne coltivata, dal laboratorio alla padella) realizzato dalla società di ricerca McKinsey, la carne artificiale potrebbe dare vita a un mercato da 25 miliardi di dollari entro il 2030.Gli analisti di AT Kearney ritengono che entro il 2040 il 35% di tutta la carne consumata nel mondo sarà un derivato delle cellule staminali, arrivando a superare il mercato dei surrogati a base vegetale che si fermeranno invece a coprire il 25% del mercato. La carne animale finirebbe così a occupare un fetta minoritaria del mercato globale.


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