Chiara Ferragni, come vanno le vendite nei negozi dopo il caso pandoro Balocco? Store (a Roma e Milano) semi deserti

Le persone passeggiano e guardano le vetrine del negozio abbagliate dallo sfavillio dei colori fluo e dalle pailettes ma pare che la diffidenza sia troppa. Stessa situazione a Roma. In via del Babuino il monomarca che è stato inaugurato poco piu’ di un mese fa è semi deserto. Ma c’è chi nonostante il Balocco gate (e l’inchiesta sulle uova di Pasqua) entra e acquista qualcosa. C’è chi opta per la linea make-up. «Io ho preso un rossetto per mia moglie, so le piaceva. Certo non mi ha fatto piacere vedere quello che è successo, ma c’è chi ha fatto di peggio dai». Certo c’è da dire che l’esercito dei follower della Ferragni si muove per lo piu’ online ed è possibile che gli acquisti siano fatti proprio in rete. Come spiega una signora milanese a La Repubblica:  «Guardi, io abito qui in zona e non c’è mai nessuno dentro, credo che acquistino tutto online». Perchè si sa chi segue la Ferry fa tutto online anche le follie come comprare un pandoro scaduto a 600 euro così come anche la tuta grigia usata dall’imprenditrice digitale per le scuse (dopo la maximulta dell’Antitrust).Difficile asserire con certezza che le vendite del brand Ferragni siano calate per effetto boomerang del “Caso Pandoro” ma quel che è certo è che le persone che entrano negli store sono davvero poche. A fermarsi di fronte a pailletes e tubini sono perlopiù ragazzine che guardano i piumini a 700 euro o le borsette (dai 200 ai 300 euro) con la bramosia che sono un’adolescente della Gen Z in cerca di identificazione sociale può avere.


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