Giulia Cecchettin, lettera sulla tomba: «Anche io mi chiamo Filippo e la tua storia mi ha fermato»

Una presa di coscienza delle sue condizioni, del suo atteggiamento nei confronti dell’ex fidanzata, poi  il delitto di Giulia Cecchettin che lo ha spinto a riflettere su di sé, sulle emozioni nei confronti della sua ex, su quelle «piccole cose tutt’altro che piccole» che possono passare per la testa degli uomini.Allora ha preso carta e penna e ha scritto una lettera direttamente a Giulia, scusandosi «per l’ennesimo nostro fallimento». Filippo – questo il nome del giovane che ha firmato la missiva – ha lasciato le due pagine scritte a penna blu, tra i fiori posati sulla tomba della ragazza nel cimitero di Saonara, in provincia di Padova. Le ha trovate Andrea Camerotto, zio di Giulia, racconta oggi il Corriere del Veneto, e le ha postate su Facebook.«Nel periodo in cui s’è iniziato a parlare della tua vicenda in tv – scrive il ragazzo rivolgendosi a Giulia – mi scrivevo ancora con la mia ex per la quale provavo ancora qualcosa. Nei giorni ha iniziato a ignorarmi e quindi, dato che si parlava spesso di come Filippo Turetta fosse ossessivo nei tuoi confronti, ho deciso di guardarmi dentro e riflettere sulla mia situazione».L’autore della lettera si dice grato ai familiari di Giulia per averlo stimolato a riflettere. «Alcuni – scrive ancora – dicono che la sua morte sia stata utile… ma come si può reputare una morte utile quando questi tragici eventi accadono ogni giorno (quasi) da anni e la situazione sembra non cambiare. La rabbia e la pena che personalmente provo nei confronti di questi ragazzi e uomini è tanta… ma sono io poi così diverso? D’altronde molte volte le piccole cose – conclude – noi non le notiamo. Un abbraccio da un quasi vicino di paese».


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