Ferragni: I nuovi casi di beneficenza nel mirino

Secondo “La Verità” gli inquirenti starebbero ora indagando anche sulla bambola Trudi dell’influencer più famosa d’Italia. Venduto a partire dal maggio 2019, il peluche raffigurante la trentaseienne di Cremona era stato messo in commercio dopo il matrimonio con Fedez. Anche in quel caso, il ricavato era andato in beneficenza. I peluche della limited edition firmata da Trudi avrebbero contribuito a finanziare “Stomp out bullying”, organizzazione no profit contro il cyberbullismo, bisogna capire, stavolta, in che modo. E qualcuno comincia anche a chiedersi se il compenso di Sanremo, i 100mila euro per le due serate a cui Chiara Ferragni ha partecipato nel 2023 (soldi dei contribuenti) sia stato davvero devoluto – come dichiarato – all’associazione Di.Re. (Donne in Rete contro la violenza).Intanto, TBS crew Srl, società controllata da Chiara Ferragni, “precisa che i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da TBS al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019”. Lo riporta una nota di TBS sottolineando come “il tutto è avvenuto, quindi, totalmente in linea con quanto comunicato sul canale Instagram di Chiara Ferragni e sugli altri riconducibili a TBS Crew Srl”.La società “infine, specifica altresì che l’impegno a favore di Stomp Out Bullying ha riguardato – come dichiarato nei materiali di comunicazione – esclusivamente le vendite delle bambole fatte sul canale e-commerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi”.


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