Il caro energia sui prezzi alla produzione: il calo più ampio dal 2000

Calo annuo del 5,7%, il più ampio da quando sono disponibili le serie storiche.Nei prezzi alla produzione il mese di dicembre aggiunge un altro tassello al trend discendente avviato ad aprile 2023, andando a riequilibrare parte degli aumenti generati per effetto della fiammata dei costi dell’energia. La riduzione mensile dei prezzi è dello 0,9%, di 16 punti nel confronto annuo. Un calo quest’ultimo quasi interamente ascrivibile al mercato interno e in particolare ai listini dell’energia, in caduta del 42%. L’effetto di trascinamento sui beni prodotti non è tuttavia del tutto terminato. Perché se è vero che nei beni intermedi la riduzione è visibile, per beni di consumo e beni strumentali sono ancora presenti degli aumenti di prezzo.Se in effetti il calo medio è del 16% su base annua, guardando alle sole attività manifatturiere (escludendo quindi l’energia), la riduzione dei prezzi è limitata all’1%, con più di un settore, tra cui alimentari, tessile-abbigliamento e mezzi di trasporto, ancora in crescita rispetto ai valori di fine 2022. Metallurgia e chimica, i settori più reattivi in fase di rialzo di gas e greggio, sono anche i più convinti nella discesa dei prezzi, con cali nell’ordine del 6-8%.A dicembre 2023 i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono dello 0,9% su base mensile e del 16,0% su base annua (era -12,8% a novembre). Sul mercato interno i prezzi diminuiscono dell’1,2% rispetto a novembre e del 20,5% su base annua (da-16,5% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, i prezzi registrano un calo congiunturale modesto (-0,1%) e una flessione tendenziale stabile all’1,5%.Sul mercato estero i prezzi diminuiscono dello 0,1% su base mensile (pari diminuzioni si riscontrano nelle due aree, euro e non euro) e dello 0,8% su base annua (-1,3% area euro, -0,5% area non euro).


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