Papa Francesco a suore e religiosi

Papa Francesco tratteggia il mondo dei religiosi, delle religiose, delle monache e dei monaci con toni severi, osservando che si tratta di una realtà spesso segnata da «esperienze negative, conflitti o frutti che sembrano tardare», al punto da trasformare i consacrati in «persone amare e amareggiate». Gente delusa che mostra «la faccia scura e appesantisce l’aria». Sicuramente poco attrattiva per catturare nuove vocazioni e dare nuova linfa ad un settore che sta seriamente preoccupando. Alla messa del 2 febbraio per la 28esima giornata della vita consacrata Francesco non ha lesinato né critiche, né suggerimenti: «Occorre allora recuperare la grazia smarrita: ritornare, attraverso un’intensa vita interiore, allo spirito di umiltà gioiosa, di gratitudine silenziosa. E questo si alimenta con l’adorazione, con il lavoro di ginocchia e di cuore, con la preghiera concreta che lotta e intercede, capace di risvegliare il desiderio di Dio, l’amore di un tempo, lo stupore del primo giorno, il gusto dell’attesa». L’invito di per sè non sembra tanto facile visti i tempi segnati da un crollo verticale delle vocazioni, al punto da aver costretto alla chiusura tanti ordini religiosi oppure alla fusione.


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