L’omicidio della piccola Graziella Mansi

Pasquale Tortora dopo 24anni di carcere è tornato in libertà. È uno degli autori dell’omicidio di Graziella Mansi. “È entrato nel bosco, teneva la bambina – dice uno dei complici – A quel punto, noi siamo saltati fuori. Graziella aveva paura e questo ci faceva divertire ancora di più. Volevamo torturarla un po’, non volevamo violentarla. Poi, è uscita l’idea del fuoco. Ci pensavamo da giorni, a giocare nel fuoco. Bevevamo birra e ci esaltavamo a giocare, a tenerla. Abbiamo raccolto sterpaglia, intorno, abbiamo legato la bambina. E il fuoco l’ ha coperta”. Questa l’agghiacciante testimonianza di uno degli assassini della piccola Graziella Mansi scomparsa il 19 agosto 2000 ad Andria.Quattro ragazzi di Andria, Michele Zagaria, Giuseppe Di Bari, Domenico Margiotta e Vincenzo Coratella, tutti di età compresa fra i 18 e i 20 anni. Cinque uomini contro una bambina, il branco, insomma che prende di mira una creatura innocente, la tormenta, la molesta, le dà fuoco. Una mostruosità che non ha spiegazioni, è solo “l’impresa senza logica di cinque balordi che hanno deciso, per gioco, di bruciare una bambina” come dice il Pm Francesco Bretone. Oggi, la memoria della bimba di Andria è affidata a pochi monumenti nel comune pugliese, una lapide posta accanto alla fontana di da Castel del Monte e un parco di periferia, dove, tra rifiuti e sterpaglie, si perde il nome della piccola Graziella.


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