Il petrolio di Putin fa pioggia di miliardi

Quando i Paesi dell’UE/G7 hanno introdotto il tetto ai prezzi e l’embargo sulle importazioni di greggio russo nel dicembre 2022, speravano che ciò avrebbe inciso pesantemente sulle entrate del Cremlino.Ma la mancanza di una politica restrittiva sui prodotti raffinati creati a partire dal greggio russo ha fatto sì che i nuovi acquirenti – paesi terzi che non hanno imposto sanzioni, in primis India e Turchia – potevano importare maggiori volumi di greggio russo, raffinarlo  in prodotti petroliferi ed esportarlo legalmente verso i Paesi della coalizione price cap (PCC). Questa importante scappatoia ha contribuito a stabilizzare il prezzo del greggio russo e ha assicurato comunque al Cremlino un flusso di entrate. E il risultato è che la Russia sta entrando nel suo terzo anno di guerra in Ucraina con una quantità di denaro senza precedenti nelle casse del governo, sostenuta da un record di 37 miliardi di dollari di vendite di petrolio greggio.si è registrato un aumento del 44% su base annua delle importazioni di prodotti petroliferi da parte dei Paesi sanzionatori, in termini di volume. Questo ha rafforzato una tendenza già in atto dall’invasione russa dell’Ucraina.L’incremento annuale del valore delle importazioni di prodotti petroliferi derivati dal greggio russo delle importazioni di prodotti petroliferi derivati dal greggio russo è stato più modesto, pari al 6%.  “Le importazioni di prodotti petroliferi ottenuti dal greggio russo da parte della coalizione price cap (PCC) – osserva CREA – hanno generato 1,7 miliardi di euro di entrate fiscali per il Cremlino dal dicembre 2022 alla fine del 2023. Mentre le vendite di greggio russo all’India, alla Turchia, alla Cina e agli altri paesi terzi coinvolti, non sono soggette a sanzioni e sono del tutto legittime, un esame delle rotte di navigazione suggerisce che questo enorme volume di spedizioni coinvolge la cosiddetta “flotta ombra” di petroliere appositamente creata da Mosca per cercare di nascondere con chi sta commerciando e per massimizzare i profitti del Cremlino. Secondo gli analisti, decine di trasferimenti simili avvengono ogni settimana nelle acque della Grecia, un comodo punto di passaggio sulla rotta verso il Canale di Suez e i mercati asiatici. Vietare l’importazione di prodotti petroliferi ottenuti dal greggio russo. Questo rafforzerebbe l’impatto delle sanzioni disincentivando i Paesi terzi dall’importare grandi quantità di greggio russo. e contribuirebbe a ridurre le entrate russe. Il greggio russo farebbe anche scendere il prezzo del petrolio di Mosca, che da luglio a fine novembre è rimasto al di sopra del tetto di 60 dollari al barile al barile da luglio a fine novembre 2023″. Sarebbe opportuno, ma non si fa, probabilmente perché gli affari sono più importanti della asserita volontà politica di trangolare le finanze del Cremlino. E Putin sentitamente ringrazia


Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *