Pensione casalinghe, spetta anche senza contributi

Anche le casalinghe hanno diritto alla pensione, purché siano regolarmente assicurate. Il loro lavoro è tutelato dal punto di vista previdenziale dal 1997 quando è stato istituito il Fondo Casalinghe, dedicato appunto a questa attività Vi possono aderire anche gli uomini e garantisce diverse prestazioni pensionistiche, compresa la pensione di inabilità. L’iscrizione al Fondo Casalinghe è gratuita e vi possono partecipare tutti coloro che non risultano assicurati per occupazione in altre attività o non siano già in pensione. L’iscrizione è semplice e può essere fatta gratuitamente online tramite sito Inps a partire dai 16 anni di età. Ma a cosa dà diritto questa forma di assicurazione e, soprattutto, quando si può andare in pensione? L’età pensionabile per le casalinghe in Italia dipende da due importanti fattori: l’età anagrafica e i contributi versati. Riguardo al primo requisito, l’età minima per accedere alla pensione di vecchiaia per le casalinghe è di 65 anni. Ma vi si può andare anche prima, a 57 anni. Di regola, per ottenere la pensione di vecchiaia è necessario aver versato un minimo di contributi previdenziali. Il numero di anni di contributi richiesti varia a seconda dell’età anagrafica di pensionamento. Ad esempio, per chi va in pensione a 65 anni, sono richiesti almeno 20 anni di contributi. Il requisito minimo contributivo per ottenere la pensione è quello di aver versato almeno 5 anni di contributi. Bisogna poi rispettare un altro limite che è quello legato all’importo minimo che non deve essere inferiore a quello previsto per l’assegno sociale (534,41 euro al mese) maggiorato del 20%. Quindi, minimo 641,29 euro. Detto limite però sparisce se la pensione è richiesta dopo i 65 anni di età. In questo caso bastano 5 anni di contributi versati al Fondo casalinghe. Per quanto riguarda l’ammontare della pensione, il calcolo è abbastanza semplice: si prende il montante contributivo, opportunamente rivalutato, e si applica il coefficiente di rivalutazione corrispondente all’età anagrafica della casalinga. Il sistema di calcolo è contributivo. Ad esempio, una lavoratrice che abbia versato 100 euro al mese per 20 anni, al netto della rivalutazione, si ritroverebbe un montante di 24 mila euro. A 65 anni di età corrisponderebbe a una pensione di 1.526 euro all’anno, circa 127 euro al mese.E se una casalinga non accumula abbastanza contributi per ottenere la pensione o non ne abbia affatto pur avendo svolto il mestiere per la vita intera? In questo caso interviene l’Inps con l’assegno sociale (534,41 euro al mese per 13 mensilità) che è una prestazione di tipo assistenziale alternativa alla pensione. Spetta a tutti i contribuenti a partire da 67 anni di età nel rispetto di requisiti definiti. L’assegno è di natura temporanea e condizionata al mantenimento delle seguenti condizioni:

  • Età: aver compiuto 67 anni di età;
  • Residenza in Italia: essere residenti in Italia da almeno 10 anni continuativi;
  • Reddito: il reddito personale o familiare non deve superare determinati limiti.
  • Le casalinghe hanno diritto alla pensione se iscritte al Fondo dedicato a partire da 57 anni di età.
  • Per ottenere la pensione di vecchiaia è necessario aver versato un minimo di contributi.
  • In alternativa interviene l’assegno sociale, anche come forma di integrazione della pensione.

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