Pensioni flessibili, ecco cosa offre il sistema oggi per anticipare a 62 anni l’uscita

La riforma delle pensioni, discussa ormai da anni, dovrebbe garantire maggiore flessibilità al sistema pensionistico. Il problema attuale è evidente: il sistema manca di flessibilità. Di conseguenza, sono necessarie misure che facilitino l’accesso alla pensione per i lavoratori e offrano più libertà nella scelta dell’età di pensionamento. Tuttavia, alcuni sostengono che il sistema attuale possieda già una certa flessibilità, facendo riferimento a misure come la quota 103, così come in passato alla quota 100 o alla quota 102. La flessibilità, quindi, dovrebbe consentire ai lavoratori di scegliere quando ritirarsi, una volta raggiunti un certo numero di anni di contributi e una certa età. Tuttavia, anche le pensioni basate sulle quote, sia quelle vecchie come la quota 100 e la quota 102 che la nuova quota 103, offrono una flessibilità limitata.Questa idea di base per conferire flessibilità al sistema è di implementare una prestazione che consenta ai lavoratori di pensionarsi a partire dai 62 anni di età e con almeno 20 anni di contributi.Oggi, la quota 103 viene definita come una pensione flessibile a 62 anni perché permette al lavoratore di pensionarsi a quell’età con 41 anni di contributi. Tuttavia, se si hanno 41 anni di contributi, ci si trova a soli 22 mesi dalla pensione anticipata ordinaria per gli uomini, e solo dieci mesi per le donne (che possono accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). In questo scenario, la flessibilità è limitata, poiché il lavoratore può solamente scegliere tra andare in pensione subito o aspettare per raggiungere i 42,10 o 41,10 anni di contributi necessari.La situazione era leggermente migliore con la quota 100 e la quota 102. Che permettevano il pensionamento a 62 e 64 anni rispettivamente, con 38 anni di contributi. Queste misure offrivano combinazioni più ampie per il pensionamento rispetto alla quota 103. Un lavoratore poteva scegliere di andare in pensione a 62, 63 o 64 anni con 38, 39 o 40 anni di contributi. La flessibilità nel calcolo contributivo dovrebbe facilitare l’introduzione di maggiore flessibilità, permettendo al lavoratore di scegliere tra una pensione più bassa uscendo prima o una più alta uscendo dopo.


Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *