La Confindustria di Orsini detta la linea: subito i decreti 5.0

Jobs Act e Superbonus, ma anche transizione 5.0, certezza del diritto e salario minimo. Sono alcuni dei temi trattati dal nuovo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini al Festival dell’Economia di Trento nel corso dell’incontro “Le priorità del nostro tempo: competitività, transizione energetica e certezza del diritto” moderato ieri dal direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini.A Trento Orsini ha affermato a chiare lettere che Confindustria, è “pronta a collaborare con tutti”, punta ad aprire subito un confronto, “sia con il governo che con l’opposizione”. Segnala una urgenza per le imprese: “martedì incontrerò il ministro Adolfo Urso. Abbiamo bisogno dei decreti attuativi per ‘transizione 5.0’ immediatamente”. E mette sul tavolo del confronto quattro priorità, i “capitoli centrali” per l’industria: da un fermo no, in vista del voto per le europee, ad una “politica anti-industriale in Europa” al fronte dell’energia “come tema di competitività e di sicurezza nazionale”, puntando anche sul nucleare di nuova generazione.“Abolire il Jobs Act vuol dire fare un salto nel passato.Sono dieci anni che esiste, ora servono considerazioni diverse: stanno cambiando il lavoro e l’economia, stanno entrando nuove tecnologie come l’IA. A Trento Orsini ha parlato anche di taglio del cuneo fiscale e contributivo “che deve essere salvaguardato anche per difendere la capacità di spesa dei nostri lavoratori” e ha annunciato di star lavorando a una proposta, che sarà presentata al governo per un “piano casa a basso costo per la gente che viene a lavorare”. Serve per l’attrattività delle nostre imprese ma anche come elemento di welfare, con il costo degli affitti difficile da sostenere, spiega. Ed è un elemento che si intreccia con il tema dell’immigrazione: “Abbiamo bisogno di una immigrazione controllata”, dice, e serve “integrazione: non possiamo permetterci persone che per cinque anni mandano i soldi nel loro Paese e poi ritornano nel loro Paese”. Al Festival dell’economia di Trento, il nero presidente di Confindustria ha ribadito le “tre parole chiave” con cui intende caratterizzare il suo mandato: “Unità, dialogo identità: abbiamo utilizzato tre parole nel ricompattare Confindustria. E avere una Confindustria unità – ha sottolineato – vuol dire una Confindustria forte e vuol dire fare bene per il Paese”. Vuol dire anche, aggiunge, mettere in primo piano la “necessità di ascoltare tutte le imprese, tutti i territori, tutte le categorie: solo così si può fare sintesi, e portare al Governo le esigenze vere. Lo puoi fare solo ascoltando le imprese”.


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