Cina cauta, petrolio in netto calo. Che cosa accade in Asia

Dopo i dati deboli del settore manifatturiero statunitense che pesano sul sentiment del mercato. Alle ore 7:30 italiane il Nikkei cede lo 0,2%, Shanghai lo 0,15%, Hong Kong sale dello 0,4%. In deciso calo il petrolio Wti americano (-1% circa a 73,5 dollari il barile) nonostante domenica l’Opec+ abbia allungato il periodo dei tagli alla produzione. Nel frattempo, il T bond Usa decennale vede il rendimento salire dal 4,39% di inizio sessione asiatica al 4,41%, mentre i futures sul Nasdaq viaggiano deboli. Gli investitori attendono anche i risultati finali delle elezioni generali indiane, con il premier Narendra Modi che, secondo le previsioni, dovrebbe vincere il terzo mandato consecutivo.La società di hedge fund Dymon Asia Capital, con sede a Singapore, uno dei maggiori gruppi nel Sudest asiatico, cresce a Hong Kong, aprendo gli uffici nel quartiere centrale degli affari nel momento in cui l’ex colonia britannica, ora sotto il governo cinese, registra il record di posti vacanti nel settore degli uffici e di conseguenza canoni di locazione in calo. Sullo sfondo, la presa decisa di Pechino sulla città con limitazioni di libertà e arresti e la guerra commerciale con gli Usa.Dymon ha firmato un contratto di locazione per un’area 650 metri quadrati nella Torre di Edimburgo nel complesso commerciale Landmark di proprietà di Hongkong Land Holdings, secondo quanto ha spiegato Kenneth Kan, vice amministratore delegato, riporta Bloomberg. Il nuovo spazio può ospitare oltre 70 dipendenti.I dati manifatturieri statunitensi più deboli del previsto hanno contribuito a indebolire il petrolio martedì. Il Brent è sceso dello 0,8% a 77,77 dollari al barile a seguito della deludente lettura dell’indice ISM statunitense di maggio, così il Wti americano a 73,5 dollari il barile. Il calo arriva nonostante l’Opec+ abbia annunciato domenica che estenderà nel tempo i tagli alla produzione.L’ISM Manufacturing Pmi è sceso inaspettatamente a 48,7 a maggio 2024 da 49,2 di aprile, al di sotto delle previsioni di 49,6 (tutti i dati sotto 50 indicano contrazione). In calo i nuovi ordini (45,4 contro 49,1), scorte di magazzino (47,9 contro 48,2) e portafoglio ordini. Inoltre, la produzione ha rallentato (50,2 contro 51,3). L’occupazione ha registrato una ripresa (51,1 contro 48,6), ma i prezzi sono aumentati a un ritmo più lento (57 contro 60,9), dal momento che la maggior parte dei costi legati alle materie prime continuano a salire, ma ad un ritmo più debole. Stabile, infine, l’indice delle consegne dei fornitori (a 48,9).


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