Decreto Salva casa, dalle tende ai tramezzi fino alle vetrate e pompe di calore: i lavori per cui non serviranno più i permessi

Piccoli abusi edilizi sanabili con più facilità e interventi in casa per cui non servirà più alcun titolo abilitativo, permesso e/o comunicazione. Con il decreto cosiddetto “Salva casa” ci sono diverse novità per i proprietari di abitazioni. Il provvedimento è stato approvato dal governo ed è già in vigore, ma deve essere convertito in legge entro due mesi dal Parlameno, con annessi emendamenti.Nel passaggio alle Camere sarà sicuramente introdotto il “Salva Milano” – la norma per sbloccare il completamento di non pochi grattacieli . Ma a livello parlamentare girano altre bozze di modifiche: dal superamento il superamento delle misure minime (altezza minima a 2,70 metri e superficie a 28 metri quadrati) di una stanza per ottenere l’abitabilità, alle pratiche giacenti per i vecchi condoni, in primis quello del 1997. Vediamo però nel dettaglio cosa cambia e quali interventi non richiederanno più i titoli abitativi e annessi.Il decreto Salva casa amplia rispetto al passato l’accesso alle sanatorie da presentare ai Comuni. Crescono le tolleranze per le strutture non portanti e non autorizzate – per esempio in un appartamento sotto i 100 metri quadri si passa dal 2 al 5% – come tramezzi, porte, finestre e soppalchi non abitabili. Entrano negli interventi di edilizia libera, quindi senza dover chiedere l’autorizzazione, anche le verande che non creino locali chiusi, tende e pompe di calore. Viene introdotto su questo versante il concetto di silenzio assenso: se l’amministrazione non dà risposta alla domanda nei tempi prestabiliti – 45 giorni per le sanatorie – la pratica è considerata accolta. Superata poi anche la cosiddetta doppia conformità, che bloccava alcune richieste di sanatoria.Quindi, ha aggiunto, «eventuali modifiche al decreto dipenderanno dal Parlamento io semplicemente da oggi permetto a chi ha un piccolo problema di difformità interna, un soppalco, la parete in cartongesso, la veranda, la tenda, la grondaia, di andare in Comune, farsi asseverare dal geometra e dal perito la situazione attuale, pagare quello che deve e tornare pienamente padrone di casa sua, potendola vendere, comprare perché non penso che sia una finestra di 10 centimetri in più, in meno o una cameretta fatta in cartongesso a comportare un disagio per l’ambiente o per i vicini».


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