Falsi positivi negli algoritmi del fisco

Troppi falsi positivi negli algoritmi del fisco. Risultano ancora troppo elevate le percentuali di atti di accertamento, esiti delle liquidazioni automatizzate delle imposte, comunicazioni di irregolarità e, più in generale, degli inviti all’adempimento spontaneo inviati ogni anno dall’Agenzia delle entrate ai contribuenti italiani che risultano errati. Molti di questi vengono corretti o annullati in autotutela, su iniziativa del contribuente, dalla stessa amministrazione finanziaria. Altri invece continuano il loro percorso amministrativo andando spesso ad alimentare il contenzioso o il magazzino della riscossione.Ma gli errori commessi dagli algoritmi del fisco sono anche di diverso tipo e natura. Anche quando l’atto inviato risulta formalmente corretto, spesso è indirizzato su posizioni di modesta entità e/o di scarsa se non addirittura assente, recuperabilità.Il forte impulso all’invio degli atti di compliance ai contribuenti, necessario per centrare gli obiettivi del Pnrr, e l’avvento dell’intelligenza artificiale nelle attività automatizzate di analisi e selezione del rischio di evasione, lasciano intravedere scenari alquanto pericolosi se non accompagnate da una reale attività di affinamento e riduzione dei falsi positivi e di efficientamento, anche in ottica quantitativa, dei recuperi.Nel corso del 2022 si è raggiunto il record di comunicazioni di questo tipo con l’invio di ben 7.276.790 esiti delle liquidazioni automatizzate. La crescita degli invii di questo tipo è bene evidenziata dalla Corte dei conti che precisa come si sia passati, da quasi 4,4 milioni nel 2020 a 6,9 milioni nel 2021 e a 7,3 milioni nel 2022. Proprio nel 2022 si è registrata un’impennata dei falsi positivi con quasi 450 mila comunicazioni annullate in autotutela, corrispondenti ad una percentuale di oltre il 6 per cento del totale.


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