Via libera alla Riforma fiscale

La legge ieri ha incassato, con 110 sì, 60 no e zero astenuti, il secondo via libera dal senato, quello in sostanza definitivo in quanto ci sarà un terzo veloce formale passaggio alla camera, da venerdì 4 agosto con approvazione prevista tra il 7 e l’8 agosto, che chiuderà il percorso di approvazione di quella che il viceministro Maurizio Leo, padre della riforma, ieri, in aula al senato, in chiusura della discussione generale, non ha mancato di definire, «riforma epocale». «Mi sono permesso di definire questo provvedimento epocale perché è una riforma che era attesa da tantissimi anni, dagli anni ’70. Non è stato un lavoro di una sola parte politica, seppure una parte politica ha creato la struttura portante di questo provvedimento, ma c’è stata condivisione su tanti punti con le forze di opposizione». Come si deve intervenire se non cambiando rotta sull’accertamento? Abbiamo le tecnologia, abbiamo l’informatica, circa 2 miliardi e 200 milioni di fatturazioni elettroniche, le dichiarazioni precompilate, l’intelligenza artificiale, l’analisi predittiva. Siamo in grado di dire millimetricamente al contribuente qual è il suo reddito. Ora vogliamo dire al contribuente che se dichiara questo reddito, accettando la proposta che gli fa l’amministrazione finanziaria, per due anni può stare tranquillo. Questo è il cambio di rotta», ha spiegato Leo. In merito alle polemiche sulla norma attira capitali poi Leo è tornato a precisare che la legge delega non vuole favorire i soggetti che arrivano dall’estero schermati dai trust: « Vogliamo dire che se sei un soggetto estero non residente, e vuoi portare ricchezze in Italia, creare occupazione, o acquisire immobili, devi avere regole certe». Infine sullo statuto del contribuente: «Noi siamo favorevoli », ha assicurato, «che diventi norma di rango costituzionale, però non possiamo negarci che ci vogliono tempi tecnici per farlo, passaggi parlamentari e un eventuale referendum, e quindi abbiamo fatto in modo che in questa delega lo Statuto rappresenti una sorta di pre-legge cui devono ispirarsi anche tutte le altre disposizioni di legge».


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