Superbonus: in arrivo il censimento dei crediti incagliati

Lo scorso 10 ottobre è entrata in vigore la legge derivante dal cosiddetto decreto Asset, che tratta disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici. Il provvedimento, concepito ad agosto, è stato molto discusso soprattutto a causa della proroga di sei mesi al Superbonus, invocata a gran voce da parte di imprese e cittadini.In questa direzione, fin dall’inizio, il Governo è apparso inflessibile rimanendo fermo sulle proprie posizioni. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha dichiarato a chiare lettere alla Camera l’intenzione di non procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute e, successivamente, ha puntato il dito contro il Superbonus, individuandolo come maggiore responsabile del mancato calo del debito pubblico. Una di queste riguarda il problema dei crediti incagliati, sottolineato più volte dall’opposizione durante le discussioni nelle aule di Camera e Senato. l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, che per bocca della presidente Federica Brancaccio aveva parlato di una cifra pari a 30 miliardi, sollecitando di conseguenza un intervento rapido da parte del Governo. L’idea è quella di un censimento dei crediti incagliati. In particolare  l’articolo 25 del testo ha introdotto l’obbligo, per l’ultimo cessionario del credito non ancora utilizzato, di comunicare al Fisco la non utilizzabilità del credito, laddove risulti non più utilizzabile per cause diverse dal decorso del termine di utilizzo previsto dalla legge. La comunicazione dovrà essere effettuata entro 30 giorni dall’avvenuta conoscenza dell’evento che ha determinato la non utilizzabilità del credito.L’obbligo scatterà a partire dal 1° dicembre 2023 ed è prevista una sanzione di 100 euro in caso di  mancata comunicazione. I crediti rimasti incagliati prima di questa data dovranno invece essere resi noti entro il 2 gennaio 2024.

Questo censimento riguarda i crediti regolati dall’art. 121 del decreto Rilancio, ovvero derivanti da interventi che riguardano:

  • recupero del patrimonio edilizio
  • efficienza energetica, compreso Superbonus
  • adozione di misure antisismiche, compreso Superbonus
  • bonus facciate
  • installazione di impianti fotovoltaici
  • installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici
  • superamento ed eliminazione di barriere architettoniche
  • Da segnalare inoltre che la nuova legge ha prorogato fino al 31 dicembre 2023 la possibilità di terminare i lavori, agevolati con il Superbonus 110%, ai proprietari delle villette unifamiliari. la proroga sarà valida soltanto per chi aveva completato il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022, altrimenti la detrazione scende al 90% per tutto il 2023, ma soltanto per i proprietari di prime case con un quoziente familiare al di sotto di 15.000 euro.

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