Prezzo della benzina in forte calo da due mesi, i distributori non hanno barato

Due mesi fa, l’Italia era alle prese con il caro carburante. Il prezzo della benzina praticato in modalità self service era schizzato in media sopra i 2 euro al litro, raggiungendo i massimi storici toccati agli inizi dello scorso anno con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Furono settimane complicate sul piano politico. Il governo Meloni si accingeva a redigere per intero il suo primo bilancio e gli piovevano addosso le critiche di quanti gli ricordavano di avere cancellato lo sconto sulle accise di 30 centesimi al litro. Ad influenzare il prezzo di benzina, diesel, metano e GPL concorrono due fattori: l’andamento delle quotazioni petrolifere e il cambio euro-dollaro (il greggio si compra in valuta americana). Il carburante si ricava dal Brent. Così è chiamato il petrolio venduto sui mercati di Europa e Asia. Negli Stati Uniti si fa riferimento al WTI, sigla che sta per West Texas Intermediate. Nella settimana precedente il 25 settembre scorso, quando il carburante raggiunse il massimo in Italia, il Brent era stato quotato a una media di 93,77 dollari al barile. E nello stesso periodo di tempo, il cambio euro-dollaro si era attestato a 1,06672.


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