Privatizzazioni, Poste e Ferrovie: cosa potrebbe cambiare

Tagli alla spesa, e non più tasse, per trovare le risorse per confermare le misure previste dalla legge di Bilancio appena approvata anche nell’anno successivo, ma per parlare di correzioni in corso d’opera è ancora presto. La manovra è appena stata archiviata ma per la premier Giorgia Meloni, impegnata a rispondere alle domande dei giornalisti che è già tempo di pensare alla prossima. Alle porte c’è il nuovo Patto di stabilità, che avrà effetto dal 2025 uno scenario economico incerto, con le previsioni sulla crescita più volte riviste al ribasso. Soprattutto, c’è la consapevolezza che pesa come un macigno di non poter più ricorrere all’extradeficit, come fatto anche quest’anno. E dunque, per reperire le risorse restano due strade, aumentare le tasse o tagliare la spesa, e «tra le due preferisco tagliare la spesa», taglia corto Meloni. Anzi, sulla spending review si potrà fare «un lavoro più preciso», il tempo di questo anno «fornisce l’occasione».Tra i dossier sul tavolo di un governo a caccia di risorse c’è quello delle privatizzazioni Il tema della riduzione di quote di partecipazione statale che non riduce controllo pubblico, e questo potrebbe essere il caso di Poste, mentre penso ci sia la possibilità di fare entrare i privati in società dove c’è il totale controllo pubblico come in Ferrovie».La tempistica «soprattutto su Ferrovie richiede una serie di passaggi abbastanza lunghi.


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